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Il Día de los Muertos, o Giorno dei Morti, è una celebrazione messicana profondamente radicata nella storia e nella spiritualità del Messico. In questo articolo scopriamo le radici storiche del Dia de los Muertos: ha origine europea o indigena?  Scopriamo come le culture indigene del Messico hanno influenzato questa celebrazione, i legami con le tradizioni precolombiane e come l’arrivo degli spagnoli ha ulteriormente modellato la festa.

Vediamo anche quali sono i principali rituali all’origine della festa e come si sono evoluti nel tempo.

Storia e origine del Dia de los Muertos

Ben prima dell’arrivo dei conquistadores spagnoli, le popolazioni indigene del Messico — come gli Aztechi, i Maya, i Purepecha e i Totonaca — avevano una visione ciclica del tempo e della vita, in cui la morte non rappresentava una fine, ma una transizione verso un’altra forma di esistenza. Le anime dei defunti continuavano a vivere nel Mictlán, l’oltretomba azteco, e tornavano periodicamente tra i vivi.

Ogni anno, queste civiltà dedicavano rituali in onore dei morti, spesso legati al raccolto del mais e al ciclo della natura, in cui offrivano cibo, fiori, oggetti personali e danze per onorare gli antenati e propiziare la benevolenza degli spiriti.

Origine del Dia de los Muertos: le tradizioni precolombiane

Qual è l’origine del Dia de Los Muertos? Per le popolazioni precolombiane, la morte non era temuta, ma venerata. Le celebrazioni duravano diversi giorni e variavano in base all’età e allo status del defunto. Per esempio, i bambini venivano ricordati separatamente rispetto agli adulti. Il culto dei morti era associato a dee come Mictecacihuatl, la “Signora della Morte”, considerata protettrice dell’aldilà e figura ancestrale della moderna “Catrina”, icona della festa odierna.

Questi rituali non erano momenti di lutto, ma feste gioiose in cui si cantava, si suonava e si condividevano pietanze, per ricordare con affetto chi era passato nell’altro mondo.

Influenze spagnole la fusione con il calendario cattolico

Cosa succede con l’arrivo delgli spagnoli? Quali sono le influenze spagnole sulle celebrazioni? Con la conquista spagnola del XVI secolo, queste tradizioni indigene vennero reinterpretate alla luce del cattolicesimo. Gli spagnoli cercarono di sostituire i culti nativi con le celebrazioni cristiane, spostando i riti dei morti nei giorni del 1° e 2 novembre, coincidenti con Ognissanti e la Commemorazione dei defunti.

Ma invece di scomparire, le tradizioni indigene si fusero con quelle cattoliche, dando vita a un sincretismo unico: la visione ciclica della morte si intrecciò con la fede cristiana nella resurrezione e nell’anima immortale. Nacque così il Día de los Muertos come lo conosciamo oggi: un ponte tra due mondi, culturali e spirituali.

I rituali originari e la loro evoluzione

Molti dei rituali contemporanei del Día de los Muertos derivano direttamente dalle pratiche indigene, anche se oggi sono arricchiti da simboli cristiani e elementi folkloristici. Tra i più noti rituali delle origini troviamo:

  • gli altari (ofrendas): strutture domestiche o pubbliche decorate con foto dei defunti, candele, fiori di cempasúchil (calendula messicana), incenso e cibi preferiti dai morti. Gli altari possono avere fino a sette livelli, ognuno con un significato specifico legato al passaggio tra la vita e l’aldilà.
  • Il pan de muerto: un pane dolce decorato con ossa stilizzate, simbolo del corpo del defunto, spesso accompagnato da cioccolata calda.
  • I teschi di zucchero (calaveras): ispirati all’iconografia precolombiana, oggi sono coloratissimi e rappresentano la morte con ironia e affetto.
  • Le processioni e le visite al cimitero: le famiglie si riuniscono nelle tombe dei propri cari per cantare, mangiare, decorare le lapidi e condividere ricordi. È un momento di connessione tra vivi e morti, che rafforza i legami familiari e la memoria collettiva.

Dia de los muertos: una festa in continua trasformazione

Il Día de los Muertos è una festa dinamica e in evoluzione. Negli ultimi decenni, grazie anche alla sua bellezza visiva e al messaggio universale, è diventata un simbolo dell’identità culturale messicana a livello globale. È stata persino riconosciuta nel 2008 come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO.

Oggi la celebrazione si estende anche oltre i confini del Messico, trovando espressione nelle comunità latinoamericane di Stati Uniti, Canada, Europa e oltre. Nonostante i cambiamenti contemporanei e la naturale evoluzione della celebrazione il significato culturale originario non si è perso. Il Dia de lo s Muertos è ancora un atto di amore e di celebrazione della morte come momento di trasformazione della vita. Si tratta di un momento di celebrazione e consolidamento dell’attaccamento alle proprie radici e di gioioso onorare i propri cari defunti.

Principali tradizioni messicane per il dia de los muertos

Durante il Día de los Muertos, in Messico si celebrano i defunti con decorazioni coloratissime e composizioni letterarie tradizionali. Gli altari (ofrendas) vengono adornati con fiori di cempasúchil, candele, foto dei defunti, teschi di zucchero e oggetti simbolici. Accanto a queste decorazioni, si scrivono le calaveras literarias, brevi poesie satiriche e ironiche in cui si immagina la Morte che visita i vivi, spesso con tono giocoso e critico. Queste composizioni, insieme alle decorazioni e ai festeggiamenti nei cimiteri, trasformano la commemorazione in un momento di allegria e memoria condivisa.

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