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La Mongolia è uno degli ultimi paesi al mondo dove la cultura nomade è ancora profondamente radicata e viva. Circa un terzo della popolazione mongola infatti continua a seguire uno stile di vita nomade, spostandosi stagionalmente con le proprie greggi attraverso le immense steppe. Questa tradizione, che risale ai tempi di Gengis Khan, è basata su un equilibrio perfetto tra uomo, animali e natura.

Come vivono le comunità nomadi in Mongolia?

Le famiglie nomadi vivono nelle ger, le tipiche tende circolari fatte di feltro e legno, progettate per essere montate e smontate rapidamente, adattandosi così agli spostamenti stagionali. La ger è molto più di un’abitazione: rappresenta il cuore della vita nomade, un luogo sacro in cui si svolgono le attività quotidiane, si accolgono gli ospiti e si tramandano le tradizioni.

All’interno, l’organizzazione dello spazio segue rigide regole simboliche: l’ingresso è rivolto a sud, mentre l’angolo nord è riservato agli oggetti sacri e agli ospiti d’onore.

La giornata di un nomade inizia all’alba con la cura degli animali, che rappresentano la risorsa principale della comunità. Cavalli, yak, capre, pecore e cammelli forniscono latte, carne, lana e pellame, essenziali per la sopravvivenza. Il bestiame è la vera ricchezza di una famiglia nomade, tanto che la Mongolia ha molti più animali che abitanti.

I bambini crescono imparando presto a cavalcare, un’abilità fondamentale per la vita nomade. La scuola può essere seguita in remoto o nei centri abitati durante l’inverno, ma molti bambini aiutano le famiglie nella gestione del bestiame fin dalla giovane età.

Come mangiano i nomadi in Mongolia?

I pasti sono semplici ma calorici, basati principalmente su carne e latticini. Il suutei tsai, il tè salato al latte, è la bevanda più consumata, mentre il airag, il latte di cavallo fermentato, è una specialità estiva con una leggera gradazione alcolica, offerta sempre agli ospiti come segno di benvenuto.

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Festività mongole e tradizioni nomali

Le festività mongole celebrano il profondo legame tra le persone e la natura. Il Naadam, il festival più importante del paese, si tiene ogni luglio e include tre competizioni principali: lotta mongola, corse di cavalli e tiro con l’arco. Queste discipline non sono solo sport, ma rappresentano un’eredità culturale tramandata da generazioni, risalente all’epoca dell’impero mongolo.

Durante il Tsagaan Sar, il Capodanno lunare mongolo, le famiglie si riuniscono per onorare gli anziani e condividere grandi quantità di ravioli di carne chiamati buuz. È un’occasione per rafforzare i legami comunitari e fare offerte agli spiriti ancestrali.

Un altro evento significativo è il festival dell’aquila, che si svolge nelle regioni dell’ovest e celebra la millenaria arte della caccia con le aquile, praticata dai kazaki mongoli. In questa occasione, i cacciatori sfoggiano i loro maestosi rapaci e dimostrano le loro abilità in spettacolari competizioni.

Leggende e valori della cultura nomade

Le leggende mongole sono strettamente legate alla natura e alla spiritualità animista. Secondo antiche credenze, le montagne, i fiumi e il cielo stesso sono abitati da spiriti che vanno rispettati. Uno dei racconti più noti riguarda la nascita del popolo mongolo dalla fusione tra un cervo e una lupa, simboli della forza e della saggezza.

Il rispetto per l’ambiente è un valore centrale nella cultura nomade. La steppa viene trattata con grande attenzione perché garantisce la sopravvivenza degli animali e delle famiglie. Le ger vengono spostate per evitare di sfruttare eccessivamente il terreno, e ogni risorsa viene utilizzata con parsimonia. Anche la caccia e la raccolta vengono praticate con grande equilibrio, evitando sprechi eccessivi.

Esperienze culturali e viaggi nelle comunità nomadi

Per chi visita la Mongolia, dormire in una ger e trascorrere del tempo con una famiglia nomade è un’esperienza autentica e profonda. Gli ospiti vengono accolti con grande ospitalità e invitati a partecipare alla vita quotidiana, dalla mungitura degli animali alla preparazione dei pasti. Molti tour organizzano soggiorni nelle steppe, permettendo ai viaggiatori di comprendere da vicino questo stile di vita unico.

Tuttavia, è essenziale rispettare le tradizioni locali. Quando si entra in una ger, è importante accettare ciò che viene offerto, evitare di calpestare la soglia e non rivolgere i piedi verso l’altare. I nomadi apprezzano i viaggiatori rispettosi e spesso ricambiano con racconti, canti e gesti di amicizia.

 

 

 

 

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